Lo chiamiamo pesce povero a torto

 

Nella nostra cultura gastronomica quando si parla di pesce povero ci si riferisce ad un gruppo di pesci che sono il frutto di tradizioni popolari e si trattava di pesci che i pescatori facevano fatica a vendere nonostante il prezzo più basso , il pescatore però conosceva bene le qualità di questo pesce.

 

SONO DEI TESORI NOSTRANI

Ora forse è ora di cambiare pensiero soprattutto per via  del difficile periodo che stiamo vivendo sia dal punto  di vista climatico che economico.

Ecco allora venirci in tavole dei pesci che sono un toccasana per la salute e il portafoglio

Il mare offre “primizie” uniche come alici, sarde, canocchie, palamite, cefali, sgombri. Il guaio è che è ancora difficile trovarli sulle tavole dei ristoranti, dal momento che rimane la loro palese difficoltà nel farli comprendere al pubblico.

Pesce azzurroEppure questi pesci come confermano gli esperti gastronomici hanno un gusto davvero buono e non hanno nulla da inviare a quelli più celebri e sono ancora più sani in quanto sono più ricchi di omega3 e poveri di grassi.

Le associazioni alimentari e i consorzi di pescatori stanno cercando, da tempo, di avviare concrete campagne di comunicazione sulle proprietà nutritive e sull’ottimo rapporto qualità-prezzo del pesce azzurro.

Non solo per educare i consumatori sulle vere qualità del mare, ma anche per promuovere le nostre tradizioni tipiche marinare e sostenere le imprese di pesca in un momento dove il prezzo della benzina è alle stelle mettendo in difficoltà non piccola i pescherecci locali

Il pesce è come l’ortofrutta e il concetto di stagionalità è importante assimilarlo per garantire che le diverse specie marine siano preservate.

I nostri mari sono davvero ricchi di pesce povero quindi in pescheria consigliamo di cercare anche pesci come lo sgombro, tonnetto, alici. Ma anche crostacei a basso costo come le canocchie. 

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